AVATAR

–          Ueh. Ti disturbo?

–          Ehi. Volevo giusto scriverti. Dov’eri finito?

–          Dove vuoi che vada? Sei tu che hai una vita interessante.

–          Dai, non è vero.

–          Credimi, è così. Facciamo un esperimento. Che fai nel weekend?

–          Niente di che. Stasera canto a Milano con la band, presentiamo il nuovo album.
Locale carino, sui Navigli. Sono previste un centinaio di persone. Domani sera vado con le amiche in quel localino nuovo aperto in centro. Avevi visto le foto dell’inaugurazione?

–          Sì, sì. Superfluo dire fossi splendida. Lo testimoniano i 76 like.

–          No, che dici? Merito della luce e del fotografo.

–          Palle. Anche quando ti fai i selfie, sei una favola. Continua a leggere

OLTRE LA PORTA

“Chissà se alla fine di tutto vedremo la luce”, mormora terrorizzata una mela ancora acerba alla vicina UVA abbronzata.
“Dite quello che volete, ma io preferirei restare al buio quaggiù”, ribatte un tiramisù dal piano di sotto.
C’è subbuglio tra gli alimenti del frigorifero. Non conta il colore, né il posizionamento gerarchico. Tutti si ritrovano prima o poi a contorcersi nel medesimo dubbio esistenziale:
c’è vita oltre la Porta? Continua a leggere

IL TAPPETO MAGICO

Mario potrebbe chiamarsi Gianni. O un altro nome comune a caso.
Vercingetorige no, invece: ci vuole carattere, per portare un nome del genere. E pensare che sarebbe perfetto per la sua professione avventurosa, persino sexy, di quelle che suscitano immediata stima ed empatia negli interlocutori.
Sì, perché Mario è Vigile del Fuoco. E tutti lo immaginano coraggioso, indomito, pronto all’azione. Lui, però, non è niente di tutto questo. Apatico, abulico, buono per convenienza e inerte per scelta: ama rifugiarsi in un generico altrove perché ogni luogo lo mette a disagio. Continua a leggere

L’ISTINTORIA

L’insegna del negozio avrebbe già dovuto insospettirlo. “IS Tintoria”.
Che razza di nome, per la lavanderia di un anonimo centro commerciale che accoglie la transumanza domenicale delle mandrie di consumatori al pascolo.
Persone che si ritrovano tra gli ingorghi verso gli uffici dal lunedì al venerdì, per finire la settimana ancora in coda nei parcheggi dei megastore.
Uomini e donne frettolosi, scorbutici nonostante il dì di festa, infastiditi alla semplice idea di decifrare messaggi più complessi di un cartello che declami “Ogni venti euro una margherita in omaggio”, per poi aggiungere beffardo “Pizza con bufala”: un subliminale presagio di fregatura. Continua a leggere